Aminta, Venezia, Pasquali, 1744

Esemplare consultato: Poesie, VI, pp. 357-447.

Sono stati mantenuti: Dionisio (quadrisillabo) passim; 272 Il volto quello è di Elisa (ipermetro dovuto a un taglio; I-F703), 316 Non so qual pensi (forse da emendare in «Non son qual pensi» [I-F703] o nel senario «Non sono qual pensi»), 480-481 Minacci pur vendette, / gran smanie, gran vendette (probabile diplografia da emendare in «gran smanie, gran saette»; I-F703), 495 Che chiedi, Adrasto (quinario nel recitativo), 692 ho io da dirti. Silvio Impaziente ascolto (accettabile ipotizzando una dialefe dopo «ho» e considerando «Impaziente» pentasillabo), 697 Qual tu sia ben lo so. Io solo posso (accettabile ipotizzando una dialefe dopo «so»), 725 Così tradirmi? E violar le sacre (accettabile considerando «violar» trisillabo), 776 Penso sottrarmi al tuo furor (tronco e ipometro dovuto a un taglio; I-F703), 793 questo volto odioso (accettabile considerando «odioso» quadrisillabo), 1247 sterpe "sterpo", 1261 Cintia.

Sono stati emendati: 338 Adrasto E credi (non dà senso)] Aminta E credi, 1341 Dirò; sul generoso amor di Adrasto] Celia Dirò; sul generoso amor di Adrasto.